[words] Cinematherapy - Cineterapia





Cinema therapy

Luigi Starace

In the last twenty years, the world of psyche scholars has intensely turned its attention to cinema, seeking to study it by analogy. Cinema is now considered a formidable catalyst, both singular and collective, of psychic dynamics, so much so that it is an integral part of recognized psycho-educational and rehabilitative pathways, widely used by the scientific community.
Furthermore, a film can delve into the depths of being: the darkness and intimacy of a cinematic projection can become the container in which the unsaid, the unaccepted, and the misunderstood find the possibility to unravel and become conscious. Like a gene with difficult transduction, the unconscious, scholars believe, finds ideal conditions through the visual, thus triggering the slow deciphering of the self's code, otherwise perhaps silent but not inert. A code in perfect analogy with the ABC of psychology: identification, projection, and repression are all dynamics of the psyche that can act on the viewer. This type of psychoanalytic approach has been and continues to be mostly European, due to the prioritized development of art cinema in the old continent.
The media have coined the term "cinetherapy." It is not a scientific term, but it captures the idea well of the potentialities. The five-year synergy between the Foggia Independent Film Festival and the Psychiatry Chair is among the most flourishing and proactive Italian realities, both in academic and cinematographic fields, becoming a pioneer with the format of La Mente al Cinema, a unique reality in Italy of true integration between the world of cinema and the world of the psyche.
However, cinema can turn into a deadly boomerang for psychiatry: many associate, due to lack of direct knowledge, some mental illnesses with their perverse, violent, bad, or frankly criminal representations proposed in some films. It is therefore important for cinema and the world of the psyche to meet and dialogue. Being discriminated against means not receiving care. Without treatment, one suffers: it is now known that psychiatric disorders are formally and substantially addressed on average five years after they have produced the first symptoms of illness, and this seems clearly linked to the difficulty of evaluation, both by the individuals affected and by their families, always tied to stigma and prejudice.
Discrimination leads to the loss of the most basic rights, just think of how easily these individuals lose their jobs. Stigma is capable of annihilating the worker, the person, the human being even before the "textbook" illness takes its course: this is why it is a priority, anthropological before medical, requiring excellent media dissemination and social promotion, ideally involving not only social but also cultural actors, such as artists and directors.







Cineterapia

Luigi Starace

Negli ultimi venti anni il mondo degli studiosi della psiche ha rivolto le attenzioni intensamente al cinema, cercando di studiarlo per analogia. Il cinema è ormai considerato un formidabile catalizzatore, allo stesso tempo singolo e collettivo, dei dinamismi psichici tanto da essere parte integrante dei percorsi psico-educazionali e riabilitativi riconosciuti e maggiormente usati dalla comunità scientifica. C’è di più. Un film può arrivare nella profondità dell’essere: l’oscurità e l’intimità di una proiezione cinematografica possono diventare il contenitore in cui il non detto, il non accettato e il non compreso trovano la possibilità di snodarsi e diventare coscienti. Quasi fosse un gene di difficile trasduzione, l’inconscio, ritengono gli studiosi, trova le condizioni ideali grazie al visivo, innescando cosi quella lenta decifrazione del codice del sè altrimenti, forse, silente ma non inerte. Un codice in perfetta analogia con l’ABC della psicologia: identificazione, proiezione e rimozione sono tutte dinamiche della psiche che possono agire nello spettatore. Questo tipo di approccio psico analitico è stato e continua ad essere per lo più europeo, in virtù dello sviluppo prioritario del cinema d’autore nel vecchio continente. I media hanno coniato il termine “cineterapia”. Non è un vocabolo scientifico ma rende bene l’idea delle potenzialità. La sinergia quinquennale fra il Festival del Cinema Indipendente di Foggia e la Cattedra di Psichiatria è fra le realtà italiane più floride e propositive, sia in ambito accademico sia in ambito cinematografico, diventando avanguardia con il format de La Mente al Cinema, realtà unica in Italia di vera integrazione fra il mondo del cinema e il mondo della psiche. Tuttavia il cinema può trasformasi in un micidiale boomerang per la psichiatria: moltissimi associano, per mancanza di una conoscenza diretta, alcune malattie mentali alle loro perverse, violente, cattive o francamente criminali rappresentazioni proposte in alcuni film. È importante quindi che cinema e mondo della psiche s’incontrino e dialoghino. Venire discriminati significa non curarsi. Senza cure si sta male: è ormai noto che i disturbi psichiatrici vengano presi in carico in modo formale e sostanziale in media cinque anni dopo che hanno prodotto i primi sintomi di malattia e questo sembra chiaramente legato alla difficoltà di valutazione, propria e dei familiari, legata sempre allo stigma ed al pregiudizio. La discriminazione produce la perdita dei più elementari diritti, basti pensare alla facilità con cui queste persone perdono il proprio lavoro. Lo stigma è capace di annientare il lavoratore, la persona, l’uomo ancor prima che la malattia “da manuale” faccia il suo corso: per questo è una priorità antropologica prima che medica che necessita di ottima divulgazione mediatica e promozione sociale, coinvolgendo possibilmente tutti gli attori non solo sociali ma anche culturali, come gli artisti e i registi.

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